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Rebuild – Retraining – Respec – Significato e motivazioni – D&D e GdR

Rebuilding, Respec e Retrain sono termini che compaiono abbastanza spesso, specie quando la campagna di D&D (o Pathfinder o altro gioco di ruolo a scelta) dura per le lunghe e i personaggi non muoiono spesso. Cerchiamo di capire il significato di queste parole oltre a una carrellata di pro e contro sui motivi per utilizzarli o meno.

Significato di Retrain o Rebuild o Respec

Si parla di Retraining, Respec o Rebuilding quando si va a modificare la scheda del personaggio, alterando le decisioni precedenti in termini di specializzazioni (che siano classi, talenti, abilità, incantesimi o altro).

I due termini sono sinonimi, anche se, tendenzialmente, il termine Rebuild è utilizzato per indicare una modifica più radicale e Respec lo si usa in ambito videoludico e quindi dà fastidio a chi vede i videogame come nemici.

Regolamento

In D&D 3.5 e Pathfinder ci sono regole e opzioni codificate per fare rebuilding. Mentre mi pare che nella quinta edizione (D&D 5e) non vi sia nulla del genere.

Ad ogni modo si richiedono tempo, oro o punti esperienza per ottenere un riaddestramento.

La questione però è: meglio utilizzare queste regole e far sì che i personaggi possano cambiare le loro capacità nel corso della campagna o meglio di no?
Cerchiamo di analizzare punto per punto.

Coerenza

Personalmente ho notato che spesso si usa il pretesto della coerenza per vietare qualsiasi cosa che non rispecchi il gusto personale del master. Quindi bisogna usare cautela prima di ricorrere acriticamente a questo termine per bollare un approccio sgradito.

Davvero è inverosimile cambiare le proprie capacità? Non vi è mai capitato di smettere di allenarvi in un determinato ambito e perdere delle capacità?

Io 15 anni fa ero un giocoliere decisamente migliore (non solo perchè sono anziano), 5 anni fa ero significativamente più preparato sulle mie materie universitarie e 20 anni fa sapevo a memoria tutte le tabelle di Stormbringer. Giusto per fare tre esempi a caso.

Certo, nel mondo reale serve parecchio tempo. Però (in D&D e Pathfinder, ma anche in molti altri giochi di ruolo basati sui livelli) anche l’incremento standard delle capacità dei personaggi avviene con tempi assurdi. Un PG può aumentare tranquillamente di 3 o 4 livelli in un paio di mesi, migliorando a dismisura le proprie capacità. In questo contesto la possibilità di disimparare abilità inutili per esercitarsi in altre non è assolutamente incredibile, anzi: considerando che i personaggi hanno predisposizioni all’apprendimento pazzesche, rientra tutto nella norma.

Tuttavia, se questo non vi ha convinto, visto che la maggior parte dei giochi prevede o della magia o un livello tecnologico incredibilmente sviluppato, pensare a un rituale magico o a un macchinario specifico per facilitare il cambio di specializzazione.

Bilanciamento

Alcuni master sostengono che un cambio della build possa avvantaggiare i giocatori, rendendo loro la vita troppo facile.

Sinceramente non capisco come. Certo, se il cambio si può fare con uno schiocco di dita (ah, dobbiamo affrontare un drago di fuoco, aspetta che prendo tutti gli attacchi di ghiaccio per ucciderlo, fatto? Andiamo) ci si può preparare specificatamente per ogni impresa e la questione rasenta il ridicolo.

Tuttavia mettere qualche limite contenuto (si può fare solo se si ha modo di allenarsi, servono un paio di giorni, bisogna spendere una cifra onesta di monete d’oro…) evita abusi e impedisce di avere personaggi iperspecializzati che si modificano ad ogni situazione.

Divertimento

Dopo aver cercato di smontare i presunti “contro” a questa pratica, vediamo invece i motivi per cui introdurla. Anzi, ce n’è solo uno: evitiamo che i giocatori si annoino a giocare un personaggio che non li diverte più.

Magari volevano provare una combo bizzarre che poi si è rivelata essere eccessivamente subottimale e si sentono frustrati.

Oppure si sono stancati di giocare un barbaro stupido e brutale e vorrebbero un filo di strategia bellica extra.

Altrimenti pensano di poter essere più funzionali al gruppo modificando qualche talento.

O addirittura credono di aver trovato una specializzazione più adatta all’idea che si erano fatti del proprio personaggio.

Quindi, perchè impedire di utilizzare un sistema che aumenta il divertimento al tavolo?

A proposito di Build, QUI se ne parla estesamente, oppure potrebbe interessarvi una raccolta dei migliori link per schede, costruzioni personaggio e tanto altro.

Se invece non ne avete avuto abbastanza, potrete leggere altri sproloqui qui.

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4 commenti su “Rebuild – Retraining – Respec – Significato e motivazioni – D&D e GdR”

  1. Giusto per mettere i puntini sulle i: il problema del retraining (ed ancora di più del Rebuilding, se lo intendiamo come cambiamenti più drastici) in ambito di coerenza è uno solo: tu 5 anni fa sapevi a memoria tutte le tabelle di Strombiger. Oggi, senza aver mai toccato un libro in vita tua, sai a memoria tutte le tabelle di GURPS! C’è qualcosa che ti suona strano in quello che ho detto?
    Beh, è esattamente quello che avviene col Retraining, a meno di non metterci qualche pezza che fa più danni che altro.

    Io ho sempre visto male il retraining “alla cieca” come è fatto in D&D, ma è perfettamente in linea con il bilanciamento ed il divertimento cercati.

    Ciao 🙂

    1. Ovvio che per il retraining servono almeno gli stessi paletti che si mettono per l’apprendimento ex-novo.

      Se per imparare una nuova abilità richiedo maestri, tempo, addestramento e soldi, allora questi vanno richiesti anche per il retraining, se no è assurdo.

      Se invece di norma si fa il livello e si mettono punti, talenti e poteri con estrema libertà, allora la verosimiglianza è già andata a farsi benedire, quindi possiamo chiudere un occhio anche per il retraining.

      (ps, per ridere: gurps ha molte più tabelle di stormbringer, quindi è normale che non si possa scambiare la conoscenza tra i due! 😛 )

  2. Sinceramente, propendo più che per un costo generico per riaddestrarsi come limitante per un mettersi d’accordo. A chi lo fa perché stufi di una vecchia build o simili, lo concederei anche gratis, salvo capacità altamente selettive che sono state ampiamente sfruttate senza periodi ampi di non sfruttamento, per esempio un ranger con nemico prescelto gli elfi, che appena presa questa capacità sia entrato in un dungeon di elfi, aspetterei un po’ a fargli cambiare nemico prescelto, per far “pesare” come non sempre questa capacità sia utile. A chi invece lo fa per essere sempre preparato agli incontri contingenti, lo farei costare parecchio, rendendo anche non cambiare un’opzione valida.
    Lo so, è terribilmente basato su valutazioni soggettive, ma credo possa funzionare, forse.

    1. Certo, però non sempre puoi leggere nella mente dei giocatori. Quindi mettere un costo più o meno fisso in termini di tempo, denaro e risorse può essere una buona idea.
      Poi chiaramente anche limitare questa opzione a una volta ogni X sessioni o, dall’altro lato, concedere una versione scontata a chi palesemente stanco del proprio pg può essere sensato.

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