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Intervista a IN/VISIBIL3

Sì, era il mese scorso, ma il tempo è relativo e tutto sommato c’è altra gente che deve ancora finire di rispondermi, quindi non mi posso lamentare. Battute a parte, vi consiglio questa intervista perchè IN/VISIBIL3 è un gruppo che organizza eventi interessanti riguardo videogiochi e integrazione/discriminazione. Il Vecchio Carnevale blogghereccio di maggio aveva proprio questo tema e quindi ho intervistato un sacco di persone che se ne occupano in ambito “nerd”. (parola odiosa. Poi fateci caso: tutte le pagine che abbiano nel loro nome questa parola sono venditori di fuffa).
Se volete informarvi di più su IN/VISIBIL3, qui c’è il loro sito.

Il logo di IN/VISIBIL3

Come sempre ci saranno le mie domande in grassetto per distinguerle dalle risposte e per solleticare il mio ego.

Di cosa si occupa di preciso la vostra pagina?

La nostra pagina IG nasce come supporto per diffondere le informazioni e le idee del progetto IN/VISIBIL3, elaborazioni intersezionali per il mondo videoludico. È il punto di partenza per raccontare l’evento, (che ha cadenza annuale) e per avvicinare persone con visioni simili.

Ma non fate ə timitə: che tipo di visioni?

La possibilità di un mondo dove il gioco sia qualcosa davvero possibile per tutt3. Questo vale sia che si tratti di essere persone giocanti, sia creatric3. Dove si possa far parte del discorso generale senza né venire usat3 come un token, né venir definit3 un “argomento divisivo” o “di moda”. Dove si possa ammettere che non sempre possiamo capire i bisogni e le rivendicazioni di chi ci è lontan*, ma non per questo andremo a silenziarl3 o dir loro come dovrebbero vivere le loro lotte.

Come vi siete interessatə e avvicinatə al cosiddetto mondo nerd?

Tutte le persone che fanno parte del progetto hanno una storia diversa alle spalle: giochi di ruolo, associazionismo, giochi da tavolo. Assieme, abbiamo una visione del mondo nerd molto ampia, e questo ci ha spinte ad unirci per creare IN/VISIBIL3.

Quale parte vi interessa maggiormente? Videogiochi, fumetti, GdR, GdT…

a. Lo sguardo del progetto è sul mondo del gioco in toto, sulle sue potenzialità e sulle cose che vorremmo vedere cambiare. Durante l’evento abbiamo avuto ospiti che vengono da ambiti molto diversi, e laboratori e ludoteca attivi su giochi di ruolo, da tavolo, videogiochi e LARP.

Se poteste scegliere un superpotere o un incantesimo di un GdR, quale scegliereste?

La parte seria di noi vorrebbe il potere dell’ubiquità per non sbarellare durante l’organizzazione. Quella meno seria, una bella palla di fuoco come molotov, visti i tempi che corrono.

Non sarebbe male, ma l’ultima volta che ho controllato era reato (e ora ci si scandalizza pure per una secchiata di vernice, figuriamoci)

A questo punto, reato per reato…

Domanda “vuoi più bene a mamma o papà”: gioco da tavola, gioco di ruolo, videogioco, fumetto e romanzo fantasy preferito.

Siamo per le xenofamiglie: abbracciamo tutti i giochi che creino con noi rapporti di rispetto.

Ok, quindi niente FATAL. Mi pare giusto!

Rispetto a quando vi siete avvicinatə al mondo nerd, come è cambiato lui e come siete cambiatə voi?

Con gli anni abbiamo sviluppato una maggiore consapevolezza delle potenzialità e dei limiti del mondo nerd. L’abbiamo visto aprirsi, curiosare fuori dai suoi confini. Ora vorremmo che si facesse più ampio, che risolvesse vecchie resistenze. Non è una cosa che accade senza impegno, e per questo ci siamo mess3 come parte proattiva attraverso IN/VISIBIL3, per proporre nuove soluzioni e nuovi modelli.

Una curiosità su di voi che hai voglia di raccontare?

Per cinque mesi abbiamo fatto lunghissime riunioni settimanali online per organizzare l’evento senza mai vederci dal vivo. Siamo riuscite ad abbracciarci solo la prima mattina dell’evento davanti a una bella colazione.

Il livello di discriminazione nel mondo nerd è peggiore o migliore di quello esterno?

Peggiore, per quanto non crediamo ci sia un confine netto tra mondo “esterno” e mondo nerd. Abbiamo l’impressione che chi si definisce “nerd” percepisca lo spazio culturale che lo (maschile non casuale) circonda come piccolo e limitato. Ad ogni occasione il nerdⓇ dimostra una volontà di difenderlo per “quello che era”, come se fosse una tana divisa da quel mondo “esterno”. Ma per entrambi i mondi, i confini sono solo negli occhi di chi guarda.

Quali sono le categorie che rispetto al mondo esterno se la passano meglio e quali peggio?

Semplificando un discorso complesso: abbiamo progettato l’evento sin da subito con l’idea di non fare una classifica delle oppressioni, perché l’unico rischio è quello di dividerci. I sistemi di oppressione colpiscono tutt3 (anche chi opprime). Ha più senso unirci per smantellarli, che non fare a gara a chi colleziona più discriminazioni come se fossero Pokemon.

Come mai sulla pagina avete iniziato ad occuparti di integrazione?

Abbiamo deciso di occuparci di rappresentazione, accessibilità e sicurezza perché abbiamo vissuto le discriminazioni sulla nostra pelle, le abbiamo viste nelle vite di chi ci è vicinə. Fanno parte del nostro passato e presente come attiviste.

Quali sono le iniziative o i progetti che avete avviato o a cui avete partecipato per promuovere l’integrazione e la diversità nel cosiddetto mondo nerd?

Il culmine delle nostre singole esperienze è stato indubbiamente IN/VISIBIL3. Singolarmente abbiamo progetti differenti in corso attivi da tempo, e sono proprio questi progetti di attivismo ad averci fatt3 incontrare e a far nascere IN/VISIBIL3. Ci siamo ritrovate partendo da un’esperienza di divulgazione ludica queer (Gaming is a riot, tenutosi a Bologna lo scorso 23 giugno 2022). Abbiamo unito le esperienze nate dai percorsi di attivismo ( ArcigaymerZ , Arcigay Siena, il rapporto con La Gilda del Cassero, il collettivo LemuRivolta), di creazione (Pink*, i videogiochi di LemuRivolta, Isola Insolita e owofgames) e di collaborazione (con la Global Game Jam gemellata di Firenze e Bologna).

12. Com’è la reazione del pubblico quando si trattano temi del genere? E secondo te perché?

L’esperienza del progetto è stata positiva. IN/VISIBIL3 è nata con un focus molto specifico, e quindi chi si è presentatə era già interessatə alle tematiche. L’accoglienza è stata molto positiva, e la cosa più bella è stata sentirci dire più volte che è stato un evento di cui si sentiva da molto il bisogno.

Come hai visto l’evoluzione dell’industria dei giochi di ruolo, fumetti o videogiochi rispetto all’inclusione e alla diversità?

Il cambiamento principale è partito dalle piccole realtà, spesso composte da persone che hanno cercato di raccontare in prima persona storie che non trovavano spazio nelle grandi produzioni. Il mondo più commerciale si è appropriato di questi aspetti spesso svuotandoli di significato, per crearsi un’immagine positiva che ha solo una funzione di facciata.

my 2 cents: tutte le azioni delle realtà “più commerciali” sono (anche e soprattutto) manovre commerciali. Se non ci guadagnano soldi, stanno cercando di guadagnarci in reputazione (e quindi soldi futuri). Questo sia quando le manovre ci piacciono, sia quando non ci piacciono.

Totale

Negli ultimi lustri mi pare che la situazione sia leggermente migliorata. Secondo voi è vero? Migliorerà ancora nel futuro? Cosa dobbiamo fare perché migliori ancora?

IN/VISIBIL3 si è concentrata principalmente sul futuro, proprio perché abbiamo bisogno di cambiarlo, ampliarlo. Le persone alleate possono (come fai con la tua pagina <3) aiutare i gruppi marginalizzati creando spazi megafono, in modo che esperienze e idee si diffondano il più possibile, raggiungano chi ci vede come alien3.

Ah, dai, troppo buonə!  Comunque sì, secondo me l’aumento di spazi può fare in modo che un punto di vista dapprima alieno venga via via sussunto dal paradigma dominante (mi è caduto in testa un dizionario, scusate)

Hai mai sperimentato discriminazione o pregiudizi nel mondo nerd? Puoi condividere un’esperienza in particolare? Ovviamente solo se te la senti.

Come donne, persone queer, persone non neurotipiche abbiamo vissuto discriminazioni dirette volenti o meno nel corso di tutta la vita, dentro e fuori dal cerchio magico del gioco. Molte persone come noi preferiscono restare fuori dal mondo nerd proprio per evitare esperienze del genere.

E questo dovrebbe essere un motivo sufficiente, anche per chi ragiona solo egoisticamente. Meno giocatorə -> più è difficile trovare gruppo!

Cosa pensate del concetto di “rappresentatività” nel mondo nerd? Credete che sia importante che ci siano personaggi di diverse identità e abilità rappresentati nei giochi di ruolo, fumetti e videogiochi?

Risposta breve per discorso lungo. Come si diceva prima, una rappresentazione di facciata rischia di essere uno specchietto per le allodole. Sono necessarie azioni di continuità (ovvero, avere in modo stabile nei team di sviluppo persone che fanno parte di gruppi marginalizzati) e azioni di decostruzione.

Citando a memoria Matteo Lupetti durante il primo panel di IN/VISIBIL3, un videogioco queer non è (soltanto) un gioco con una personaggia lesbica, ma un progetto che decostruisce i modelli che alimentano la nostra repressione. Un gioco che mette un forte confine tra te-giocatrice e l’altro, che continua a trovare l’unica soluzione nell’uccisione, non è un gioco che può davvero aiutarci a cambiare qualcosa..

Io per un decennio non ho praticamente giocato ai videogiochi. Sono fuori dal giro. Però potete citarmi ugualmente una manciata di videogiochi queer? 

an Outcry di Queen K. I lavori di Taylor McCue, quelli di Porpentine e Anna Anthropy. Molti dei giochi e dei prototipi di Deconstructeam. I giochi di Fuzzy Ghost. Ciao Nonna dell’italiana Crescendo.

Spesso si parla di dittatura del politicamente corretto e cancel culture. Cosa ne pensate?

JK Rowling è ancora lì, e le hanno regalato pure una nuova serie TV.

E c’è pure un videogioco. Una recensione in 4 battute (a prescindere dalle posizioni etiche di chi detiene i diritti e dall’uso che farà dei soldi)?

Non ci abbiamo giocato, perché non volevamo dare soldi alla Rowling, direttamente o indirettamente. Se volete giocarci e fare una recensione, che dire, il mare è pieno di navi con jolly roger che svettano orgogliosi! *wink wink*

Yahrr

Quali sono le iniziative o le organizzazioni che pensi stanno facendo un buon lavoro per promuovere l’integrazione e la diversità nel mondo nerd?

Stanno emergendo un sacco di gruppi ludici con uno sguardo transfemminista e queer che integrano queste tematiche negli eventi che creano. Sono sempre più presenti divulgatric3 che sui social fanno un lavoro pazzesco. Un sacco di voci che meritano uno spazio dedicato per alimentare questo sguardo plurale, fondamentale per creare nuovi immaginari (che poi è l’obiettivo principale di IN/VISIBIL3). Per fortuna si inizia a parlare di temi legati al gioco non solo nei contesti nerd, e molte persone che nemmeno si considerano nerd iniziano a parlare di giochi (e a portare quindi nuove prospettive).

Come disse Marge a Homer quando questi doveva dire un amico del figlio “voglio un nome, non una vaga descrizione”. 
Seriamente, se ve la sentite, potete citare qualche nome (e volendo qualche link). Sempre per la questione per cui dare visibilità a queste realtà è importante.
 
(poi perchè così ho altre persone da intervistare e ormai ci sto facendo l’abitudine)

Sicuramente i vari gruppi ludici che stanno nascendo nei circoli arcigay sono un buon esempio, molti dei quali hanno collaborato alla creazione dell’evento. Ma anche tante altre che parlano al mondo nerd in generale, ma hanno a cuore questi discorsi: tra le nostre amiche possiamo citare MorgenGabe, Gameromancer e Pink*. Non possiamo non citare ovviamente tante delle ospiti di quest’anno a IN/VISIBIL3 come BLaST, Donne Dadi & Dati, Chaos League e We Are Müesli, che si posizionano sempre con decisione quando si parla di sicurezza, femminismo e questioni queer. Fortunatamente anche il mondo del giornalismo ha delle firme che trattano queste tematiche in maniera molto centrale, come Matteo Lupetti o Luca de Santis, e speriamo in futuro molte altre.

Pensate che i giochi di ruolo, fumetti e videogiochi possano essere utilizzati per promuovere l’inclusione e la diversità in modo efficace? Come?

Assolutamente sì: il mondo dei giochi deve rendersi consapevole del proprio ruolo, come abbiamo dichiarato sin dal manifesto.

Negli ultimi tempi ci sono state diverse polemichette sulle questioni di inclusione e diversità nel mondo nerd, alcune più rilevanti di altre. Secondo te, quale è stata la polemica più sterile e perché?

Se vogliamo guardare al futuro, ha senso che iniziamo a partire da ciò che oggi funziona per immaginare nuovi giochi, nuove storie. Le polemichette sono i capricci di qualcuno che, pieno del suo privilegio, non vuole accettare che quel mondo è passato (spoiler: non è mai manco esistito). Lasciamo queste persone ai loro capricci e prendiamo in mano le narrazioni che ci riguardano, costruiamo nuovi futuri. Citando Katherine Cross da Role-playing games as resistance: il nuovo laboratorio dei Sogni: “Se il gioco di ruolo ci offre l’opportunità di essere i personaggi che vogliamo vedere nei media di massa e se il gioco di ruolo ci dona anche l’opportunità di sperimentare futuri dimenticati e utopie che non osiamo sognare, allora è importante per tutt3 noi entrare in questi laboratorio di sogni ricostruendolo.”

Momento Marzullo: ho dimenticato di farvi una domanda importante (o anche non importante)? Fatevela e datevi una risposta (così faccio anche meno fatica)

Ci sono così tante domande aperte, che l’unica possibile soluzione è farle alla prossima edizione di IN/VISIBIL3!

Ottima risposta, allora tutt* in massa alla prossima edizione a fare domande! Grazie per il tempo concessomi e in bocca al worg.



Ok, questo è tutto, gente.
Se volete spulciare le altre interviste, ecco il link!

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