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Il Declino delle Razze Malvagie – Coerenza, Cancel Culture e Manie di Persecuzione – non solo D&D

Il Vecchio Carnevale Blogghereccio questo mese ha scelto un tema un po’ ostico: “integrazione e Discriminazione”. Per protesta verso questa stupida scelta, ho deciso di parlare della discriminazione che subiscono goblin e orchi e altre razze ritenute malvagie (sì, il tema l’ho proposto io).
Ciclicamente, circa 2 o 3 volte all’anno, scoppia una polemichetta riguardo la cancellazione delle razze malvagie (Salvatore che vuole mettere dei Drow buoni, la Wizard of the Coast che pubblica manuali di D&D in cui vengono rimossi alcuni dettagli malvagi da alcune razze, e via dicendo). La moda dell’ultimo periodo è agitarsi per ogni cambiamento, urlando contro il pericolo di censura, innalzandosi a pensatori liberi contro la Cancel Culture e fare così sfoggio di una gloriosa mania di persecuzione. Però non siamo qui a prendere in giro persone che soffrono. Quello di cui voglio parlare è che la rimozione di razze intrinsecamente e ineluttabilmente malvagie e immotivatamente sadiche rende (per me) più narrativamente interessante e coerente l’ambientazione, sia che si tratti di un Gioco di Ruolo, sia di un romanzo. Avevo già parlato di Cancel Culture scrivendo qualcosa a proposito di Gesù in D&D.

Le creature nei fantasy e in D&D devono essere totalmente malvagie per essere interessanti?

Definizione di Malvagio

Ah, speravate di trovare una definizione di cosa sia il male e come stabilire quando una creatura è malvagia? Davvero? In un paragrafetto in un articolo online sui giochi di ruolo? Ci sono tonnellate di saggi di etica in ogni epoca (al massimo posso consigliarvi di leggere Dworkin e Rawls, per stare sul contemporaneo, Mill e Hume per l’epoca moderna). Sicuramente non possiamo stabilire qui cosa sia il male.

Anche solo parlando di Giochi di Ruolo la questione è tutt’altro che lineare: tempo fa feci un interessante esperimento in cui chiedevo come si sarebbero comportati i PG se un villaggio nel deserto fosse riuscito a sopravvivere grazie alla riduzione in schiavitù di un singolo soggetto incatenato a un tempio in grado di assorbire la sua linfa vitale per produrre acqua.

Bene, per molti questo era ok. Per me (e per Rawls e la sua teoria del velo di ignoranza o Dworkin secondo cui la bontà di una società si valuta osservando le condizioni di chi sta peggio) la questione non è così rosea (trovate tutto nelle storie in evidenza su Instagram).

Questo per dire che (come ho già detto parlando di allineamenti qui….e di nuovo qui) non è facile stabilire un concetto di malvagità applicabile al mondo di gioco e soprattutto non è semplice fare in modo che questo criterio sia condiviso.

Secondo la mia teoria, quando si sbraita di cancel culture e rimozione della malvagità delle razze (visto che stabilire cosa davvero sia questa malvagità è tutt’altro che facile) probabilmente si sta solo lamentando l’assenza di razze completamente brutali e violente oppure caratterizzate da una totale mancanza di empatia e attenzione verso il prossimo (se invece si parla di persone che non danno le elemosina, che nel dilemma del prigioniero non collaborano o cose simili, allora come non detto. Errore mio).

Sinceramente a me l’esistenza di razze del genere crea qualche problema. Non sto ovviamente parlando di pericolo di razzismo verso i poveri orchi e mindflayer (perchè, spoiler: non esistono!). Le questioni sono altre e cercherò di analizzarle tutte, in modo da uccidervi di noia (perchè sono malvagio, appunto).

Diverse Ambientazioni Richiedono Diversi Approcci

Lo so, pazzesco. Non si gioca a D&D solo con ambientazione Faerun. Assurdo! Quindi se rimuovono delle descrizioni molto specifiche da un manuale di creature utilizzabili in varie ambientazioni, forse non è un attacco della fantomatica dittatura del politicamente corretto contro la nostra cultura indifesa, ma forse è solo un modo per rendere queste creature più adatte a ogni tipo di mondo.

Anche nei fantasy “classici” (qualsiasi cosa voglia dire) abbiamo differenze culturali notevoli in razze canoniche come gli elfi. Si pensi anche solo al Signore degli Anelli e a Dragonlance. Sono creature decisamente diverse.
Ecco, spoiler: siamo nel 2023. Sono usciti anche altri fantasy e (come ho già citato qui) anche rimanendo in opere degli stessi autori di Dragonlance, si possono creare culture e paradigmi completamente diversi anche per le razze canoniche.

Quindi se smetto di dire che i giganti del fuoco mangiano i bambini o cose simili, non è che ho paura di una denuncia da un loro avvocato (un vero pezzo grosso, poi è pure una testa calda), ma magari sto solo cercando di rendere il mio manuale di mostri utilizzabile anche da chi usa ambientazioni belle (già, FR non mi piace. Spiaze).
Certo, è una manovra commerciale ma (spoiler) tutte le uscite di manuali da parte di aziende del genere sono manovre commerciali. Si chiama capitalismo.

Lo so, per alcuni puristi questa è una blasfemia “razze diverse dalla tradizione? Signora mia, dove andremo a finire!”. Gente come me che per GURPS ha fatto un’ambientazione con Elfi che vivono nelle caverne e Nani sugli alberi (e halfling che cavalcano lucertole, ma non divaghiamo), andrebbe messa alla gogna e poi al rogo; o viceversa.

L’Etica è Genetica?

Ok, qui siamo a rischio “Legge di Godwin”. Ma non useremo la “reductio ad hitlerum”.

Quando R.A. Salvatore (autore che ritengo sopravvalutato e che non ho alcuna intenzione di difendere) ha detto che voleva inserire più drow buoni, in vari gruppi è scoppiato un putiferio.

A parte che è diventato famoso proprio perchè ha raccontato la storia di un drow buono (wow, spoiler). A parte (questo può essere spoiler davvero) che altri drow buoni esistevano già. Sorvoliamo. Nel senso che proprio non mi interessa la questione in sé, quanto i concetti alla base.

Il punto è: perchè ci indigna il fatto che una razza fino a quel punto ritenuta malvagia possa avere un’intera città di elementi non malvagi?
L’etica è genetica? Davvero? Ci sentiamo di difendere a spada tratta una teoria del genere? Abbiamo delle prove, studi, o indizi di qualche genere?
L’influenza culturale davvero non può avere impatti sullo sviluppo di una personalità diversa da quanto predeterminato dai geni?

Certo, abbiamo anche il famoso argomento creazionistico: gli orchi sono creati da Grumsh (o chi per lui), quindi sono malvagi. Peccato che dare un potere del genere alla divinità creatrice tolga qualsiasi libero arbitrio alla razza giocata (e non solo gli orchi, ma qualsiasi razza che sia stata creata da una divinità!). Se nessun soggetto può opporsi alla propria natura, che razza (pun intended) di storie potremmo mai creare in questo mondo?

A parte che poi io ci penserei prima di creare un’intera genia di creature amorali. Insomma, sarebbero un terribile pericolo per loro stessi e per me. Però chi sono io per discutere con Grumsh. Lui sarà di più ampie vedute (occhiolino).

Trovo molto più interessante un approccio culturale: i Drow sono così perchè a un certo punto si è sviluppata una società del genere (per caso, influenze religiose, come volete) e nascere in posti con quel tipo di moralità tende a formare adulti poco empatici (anche perchè se lo sei è facile che tu muoia).
Però nulla vieta che gruppi di esuli, o direttamente clan indipendenti, abbiano creato una società diversa da altre parti nel mondo. Questo renderà l’ambientazione più varia e i personaggi meno determinati aprioristicamente.

Razze Intelligenti Malvagie

Capiamoci, non sono contrario quindi all’esistenza di società malvagie (abbiamo anche esempi nel nostro modo, ma lascerò a voi la possibilità di immaginare a quali mi riferisca). Quello che va a minare la mia sospensione dell’incredulità è il fatto che un’intera razza sia per forza malvagia.

Il problema non è tanto per razze selvagge, culturalmente poco sviluppate presentate come aggressive e violente. Posso capire che in certe ambientazioni si abbiano umanoidi poco intelligenti, poco organizzati, che vivano di razzie (tipo i goblinoidi in certi mondi, per dire, simili a Goblin Slayer). Posso anche capire che questo abbia portato a discriminazioni più o meno giustificate contro quelle creature e che quindi non sia comune che un loro neonato sia adottato in circostanze ambientali più favorevoli allo sviluppo dell’empatia. Tutto ok. Coerente. Non necessariamente il mio mondo preferito, ma non mi crea problemi.

Invece davvero inizio ad avere problemi quando mi si parla di creature intelligenti come i Mind Flayer (non cito i Demoni o i Vampiri perchè spesso questi sono legati a questioni magiche come maledizioni o influenze dirette di poteri superiori, quindi davvero non sono liberi). Abbiamo intere città in cui il più fesso del gruppo probabilmente avrebbe un QI superiore alla media umana. Immagino che una società del genere debba avere anche intrattenimenti culturali di un certo spessore (narrativa, teatro, filosofia, poesia…).
Anche senza arrivare a creature così intelligenti, lo stesso discorso si applica a chiunque abbia un livello intellettivo e culturale paragonabile a quello umano (drow, beholder, ecc).

Davvero in una società con creature del genere vi aspettate di imbattervi solo in bestie assetate di sangue, che godono delle sofferenze altrui? Cioè, nessuno ha mai esplorato, anche solo come sfizio teorico, la possibilità di basarsi sulla collaborazione e la solidarietà per raggiungere obiettivi migliori? O anche solo il prendere in considerazione la necessità morale di evitare la sofferenza quando possibile? Davvero in qualsiasi società di queste razze deve vigere per forza lo sfruttamento e la più totale amoralità?

Tutto questo non incrina violentemente la vostra sospensione dell’incredulità?

Mantenere la Diversità senza Banalizzarla

Molto spesso si argomenta contro questo tipo di cambiamenti sostenendo che in questo modo si azzerino le differenze tra le razze.

Beh, non vorrei essere troppo abrasivo (falso, voglio), ma se l’unica differenza tra due razze consiste nel fatto che una delle due è immotivatamente violenta, visceralmente sadica, totalmente priva di empatia e votata alla distruzione, allora le razze non erano davvero diverse. Erano solo stereotipate.

Inserire una caratteristica immotivata, senza studiarne le complesse conseguenze psicologiche non renderà il mondo variegato, ma solo infantile. Soprattutto se questa differenza è totalizzante e riguarda invariabilmente ogni gruppo sociale di quella razza e a maggior ragione se la rimozione di questa caratteristica azzera le differenze razziali.

Esistono altri metodi per rendere le razze diverse, senza rendere forzatamente i non umanoidi solo avversari privi di scrupoli. Non è che per differenziare le razze si può solo togliere empatia. Ci si può muovere sul campo della maggiore o minore spiritualità, diversi concetti di proprietà privata e spazio individuale, più ascetismo o più edonismo. Insomma, le scelte sono parecchie e soprattutto ogni diversificazione non ha bisogno per forza di essere netta e ineluttabile, ma magari può derivare principalmente da fattori ambientali, rendendo possibili quindi eccezioni e anche lotte contro il proprio retaggio. Tutta roba secondo me molto interessante da esplorare.

Si può anche creare un mondo realistico dove esistono sfaccettature, varie società diverse tra loro per ogni razza e individui diversi in ogni società.

Però forse questa è la cancel culture o la fantomatica dittatura del politicamente corretto.



Se volete leggere altri miei pipponi sui GdR allora non so se siete malvagi, ma sicuramente siete pazzi. Comunque li trovate qui.
Se volete leggere un articoletto di etica: eccolo.

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12 commenti su “Il Declino delle Razze Malvagie – Coerenza, Cancel Culture e Manie di Persecuzione – non solo D&D”

  1. La maggiore o minore spiritualità, i diversi concetti di proprietà privata, l’ascetismo o l’edonismo, sono genetici?

    1. Dipende.
      Diciamo che per esempio una particolare razza potrebbe avere una maggior comprensione/percezione del divino e quindi essere più portata a una maggior spiritualità.
      Però di base no. Penso siano culturali.

      Magari riformulo la frase.

      1. Espando il concetto, perché è interessante.

        Penso che siamo tutti d’accordo che una razza *obbligata* a *comportarsi* in un certo modo (buono o malvagio, ma anche qualsiasi cosa, senza tirare in ballo gli allineamenti: avido, sciocco, empatico, materialista, idealista, coraggioso, codardo) non sia libera, e dunque non sia adatta da giocare in un tipico GdR. Di certo a me non piacerebbe. Da giocatore voglio essere libero di prendere qualunque decisione per il mio PG e veder nascere la sua personalità a posteriori, e da master mi piace che i miei giocatori facciano questo.
        Poi, che creature del genere possano o non possano essere presenti nel mondo come non giocabili, secondo me è un altro paio di maniche, un altro argomento per un altro momento.

        Allo stesso tempo, credo che siamo d’accordo (ma correggimi se sbaglio) che possono esistere differenze oggettive, innate, “genetiche” tra due razze *fantasy* dal punto di vista prettamente fisico. Un centauro ha quattro zampe, una sirena ha la coda di pesce, un minotauro ha la testa di toro. I goblin e gli halfling sono piccoli, gli ogre e i giganti sono grossi. I nani vedono al buio, gli elfi sono super-longevi (o immortali) e meditano anziché dormire. (Sono solo esempi.) Queste cose ci vanno bene, non ci scandalizzano, non ci sembrano un inaccettabile determinismo. Giusto?

        A questo punto, la domanda interessante è: accettiamo che possano esistere differenze di questo genere anche dal punto di vista mentale / comportamentale?
        In caso negativo, stiamo implicitamente affermando che tutte le razze alla fine devono essere umane in tutto tranne che nel corpo, umani con una “skin” differente.
        In caso affermativo, si pone il problema, non semplice, di definire che tipo di differenze e fino a che punto. Il problema sono solo i comportamenti obbligati, che stroncano il *role play* come ho detto all’inizio, o sono (anche) i giudizi morali negativi, per cui posso dire, ad esempio, che una razza è “più portata a una maggiore spiritualità”, come dici tu, ma non che “è più portata a una maggiore avidità” o “è più portata a una maggiore violenza”?

        1. Allora, provo a rispondere a tutto.

          1) sì. Differenze fisiche ok. Però anche in quel caso lasciarsi lo spiraglio per piccole modifiche (alcune razze in vari giochi hanno alta variabilità interna, per dire. Questo è molto interessante. D&D con Tasha ha previsto che le razze giocabili possano essere usate in ambientazioni diverse da quelle canoniche e che comunque gli avventurieri, in quanto persone straordinarie, possano uscire dagli schemi. Anche questo è molto interessante) è un punto aggiuntivo.
          2) differenze comportamentali ok. Però non direi mai che volare, lanciare incantesimi spontaneamente, non essere curati normalmente (ecc, inserire qualsiasi potere particolare di una razza a scelta) siano solo “skin”. Però va bene, “facciamo a capirci”.
          3) dal mio punto di vista il problema (ciò che rovina secondo me la fruibilità del gioco e la credibile verosimiglianza dell’ambientazione) sono i comportamenti obbligati.
          Mi sta bene che una razza sia portata verso una maggior violenza (ad esempio perchè si nutre di cervelli di esseri senzienti, per fare un esempio a caso), oppure che sia meno empatica (strategia evolutiva che in certi contesti può essere funzionale). Ecco, “avidità” mi pare difficile da spiegare in termini biologici, quindi mi riesce molto più facile pensarla come una caratteristica ambientale, derivante dalla società; tipo “in questa ambientazione le società della razza X sono di norma caratterizzate da individui molto avidi”.
          Mi disturbano due cose:
          A) che ci sia un elemento di ineluttabilità, il che significa che la razza non è giocabile perchè i suoi esponenti non sono liberi di scegliere cosa pensare.
          B) che società articolate, complesse e durature formate da individui intelligenti non prevedano il dissenso. Trovo irragionevole che si passi da una cosa condivisibile come “la razza X ha una tendenza (magari dicendo anche “per motivi Y) al comportamento Z” a “la razza X è sempre malvagia. Ogni individuo, in ogni società, in ogni ambientazione. Cambiare questo fatto rende la razza un reskin degli umani o una strizzata d’occhio agli SJW o comunque rovina il flavour della razza”. Anche perchè per me è l’opposto: il fatto che una razza non sia per intero totalmente malvagia non fa altro che migliorare la credibilità dell’ambientazione.

          Spero di essere stato più chiaro. Grazie mille per i commenti, se vuoi continuare sono qui 🙂

    2. Ciao!
      Articolo molto interessante ma ricordiamoci due cose:
      1) la gente vuole le razze malvage perché così può ucciderle senza chiedersi se sta facendo bene o male.
      2) il problema delle modifiche non è che esistono orchi buoni ma gli orchi, invece che violentare le elfe, fanno “l’amore con elfe non consenzienti”… io mi sento altamente preso per il deretano… pardon… preso “in quella parte in cui non batte la luce del sole” 😛

      Naturalmente io vedo la maggior parte delle culture malvage di D&D prossime al disastro: la società Drow dovrebbe essersi annichilita da sola eoni or sono, mentre gli Gnoll dovrebbero essere ormai sull’orlo dell’estinzione…

      Ciò detto, il fantasy si basa su stereotipi: solo una volta conosciuti possono essere infranti. Quindi i gli orchi sono i tipi violenti e razziatori. Solo una volta che gli orchi sono così, puoi spezzare lo stereotipo e creare qualcosa di interessante.

      Se poi aggiungiamo che noi siamo umani, ragioniamo come umani e possiamo immaginare solo cose umane, ecco che le diverse razze non sono altro che gli umani in cui una (o più) caratteristica viene portata all’estremo, ci ritroviamo che se le razze possono essere tutto ed il contrario di tutto, allora abbiamo solo umani.

      In conclusione cosa voglio dire? Che ben vengano le varietà di razza e cultura, ma è molto meglio che ci sia un modello seguito da tutti per cui ti basta dire “è un orco, è un elfo, è un…” e tutti sanno cosa significa. E poi ti diverti a stravolgerlo 😛

      Ciao 🙂

      1. 1) ma chiaro. Però non serve. Nel senso se quello specifico villaggio di orchi sta razziando la zona, io posso attaccare quello specifico villaggio di orchi senza pormi problemi.
        2) non ho capito.

        Comunque capisco la discussione sullo stereotipo. Però lo stereotipo non ha bisogno di essere sempre uguale a sé stesso. Il Signore degli Anelli è uscito già 70 anni fa. Potremmo pensare di aver sussunto lo stereotipo e iniziare a elaborarne uno in chiave leggermente più moderna.

        Inoltre capisco anche che in una razza si voglia portare un elemento all’estremo. Quello che mi pare davvero assurdo (nel senso che incrina la mia sospensione dell’incredulità) è che creature intelligenti creino una società sviluppata che dura per svariati secoli senza porre in discussione, nemmeno in maniera minoritaria, alcuni assunti etici (quando, ricordiamolo, in quel mondo esistono civiltà diverse che invece lo fanno).
        Quindi non riesco proprio a capire chi si straccia le vesti quando queste razze vengono rese (perdonami il termine generico) “meno malvagie di default”.

        1. Sul punto 2) quello che dico è che il politicamente corretto è solo di facciata: le razze malvage di D&D rimangono malvage, solo che si usano termini diversi, più edulcorati, ci si rigira intorno ma la sostanza non cambia di una virgola 🙂

          >Quindi non riesco proprio a capire chi si straccia le vesti quando queste razze vengono rese (perdonami il termine generico) “meno malvagie di default”.

          Per il punto 1) che ho detto: tutti quelli che si lamentano sono gente che non vuole mettere “le razze malvage” semplicemente perché così possono essere “i buoni” pur sterminando e trucidando tutti. Se fosse la “singola tribù”, dovrebbe prima far vedere che è “quella malvagia” e non semplicemente attaccare a testa bassa… Nonostante l’evoluzione di D&D, la maggior parte della gente (od almento quella che si lamenta) è legata alle origini, dove si interpretano dei predoni che venderebbero loro madre per un soldo di rame ma sono buoni perché uccidono “mostri malvagi”.

          >Però lo stereotipo non ha bisogno di essere sempre uguale a sé stesso. Il Signore degli Anelli è uscito già 70 anni fa.

          Probabilmente ci vorranno ulteriori 70 anni per un nuovo stereotipo 😉
          Scherzi a parte, qualcosa in alcune parti già si muove: prima gli orchi erano i “servi del male”, adesso sono una razza violenta, indisciplinata, sanguinaria e tutto quello che vuoi, ma iniziano ad avere dei “codici di onore” che iniziano a seguire, al pari di alcune popolazioni barbare umane.
          Una cosa analoga sta accadendo ai Drow, ma molto più lentamente, perché furono una razza creata con lo scopo di essere “i malvagi per definizione” (lo ha detto proprio l’autore in un’intervista).

          Ciao 🙂

    3. *questionje

      Non so se è più piacevole leggere quest’articolo o immaginare come l’argomentazione possa far rosicare quelli che si considerano ‘puristi’ di D&D e piangono non appena si cambia una virgola di quello che conoscono. Comunque concordo con chi ha detto che i giocatori che si lamentano di queste modifiche lo fanno perché in realtà vogliono per massacrare i ‘cattivi’ senza porsi alcuna questione morale. Peccato che non arrivino a capire che al loro tavolo potranno comunque continuare a farlo senza problemi, magari concordandolo allegramente alla sessione zero. Aggiungere opzioni non cancella quelle che ci sono già. Ah, ma forse fare la sessione zero è già troppo politically correct per loro…

      1. Uh, mannaggia, ho pure riletto e mi son perso il typo.

        E comunque grazie mille per il commento. 😀 😀 😀
        non risponderò perchè…per colpa del politicamente corretto ormai non si può più dire nulla 😉

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